Che cos'è la stenosi mitrale

Le cause principali della stenosi mitralica sono individuate nella malattia reumatica scatenata da infezione batterica da streptococchi, nella degenerazione senile con aumentato deposito dei sali di calcio sulle cuspidi - specie a partire dalla 5a/6a decade -, nei difetti cardiaci congeniti (presenti fin dalla nascita), nelle infezioni valvolari indotte da endocardite.
 
Un appunto a sé merita l’origine reumatica: sebbene nelle società occidentali sia molto più rara (in termini di frequenza) rispetto al passato e ciò grazie al miglioramento della qualità della vita e al ricorso agli antibiotici, negli ultimi decenni si assiste alla cosiddetta stenosi mitralica di ritorno in relazione ai sempre maggiori flussi migratori da Africa e Paesi in cui la valvulopatia è ancora l’esito diretto della malattia non ben curata.
 
Tornando all’alterazione della funzionalità valvolare, va detto che se non s’interviene in modo adeguato e tempestivo, il difetto può evolvere in una grave modificazione della geometria mitralica con la quasi totale saldatura dei lembi, l’accorciamento e la fusione delle corde tendinee e la deformazione del ventricolo sinistro.
 
Le complicazioni collegate a stenosi possono essere riassunte in: aritmie cardiache (prima fra tutte la fibrillazione atriale); trombosi dell’atrio sinistro, embolie, edema polmonare. In molti casi, preventivamente valutati, la dilatazione dell’orifizio stenotico per mezzo di un palloncino gonfiato al suo interno aiuta ad attenuare la sintomatologia - prima fra tutte la dispnea (fame d’aria) -; ma se la calcificazione dei lembi valvolari è molto avanzata e vi è la compresenza d’Insufficienza mitralica, il cardiochirurgo interviene sostituendo la valvola malata - scelta più frequente - con una protesi biologica o meccanica oppure riparando la stessa.